Claire obscur

Claire Obscur Expedition 33 è un prodotto videoludico e – con buona pace di chi non è d’accordo – un prodotto artistico affascinante, stimolante e ricco di interpretazioni. Evitando spoiler vistosi e diretti per un gioco che, per mancanza di tempo e testa non ho avuto modo di provare personalmente, parla del lutto. Del lutto che, dall’inizio alla fine, colpisce i sopravvissuti alle numerosi morti che riguardano tutti, dai protagonisti al soggetto che ha innescato una lunga sequela di morti.

 

Il lutto è ciò che consegue alla perdita di ciò che ci è caro, innescando le relative fasi che comprendono in maniera teoricamente lineare le seguenti fasi:

– stordimento e disorientamento in seguito alla perdita

– negazione che la perdita stessa sia realmente avvenuta e relativi tentativi di ripristinare a tutti i costi ciò che è stato perso

– rabbia verso se stessi, verso gli altri, verso il mondo, verso l’oggetto perduto stesso

– contrattazione, ovvero tentare di ripristinare in parte o in una maniera meno dolorosa e percepita come recuperabile

– depressione, ovvero il momento della reale disperazione dovuta alla realizzazione di aver perso qualcosa di caro

– accettazione, ovvero accettazione del dolore, mantenimento di un contatto con l’oggetto perduto dove si mantengono i ricordi positivi, per quanto agrodolci

Chiaramente spesso il lutto non è lineare e pulito, spesso le fasi non sono lineari, i passa dalle prime e si ritorna a volte a quelle iniziali, ricominciando a montagne russe il processo.

E a volte, di fronte alle situazioni più psicopatologiche, di fronte al dolore più straziante e a individui con meno risorse, il lutto si blocca ad alcune fasi, spesso le più arcaiche senza evolvere.

– Qualcuno rimane stordito, traumatizzato e inebetito per tutta la vita.

– Qualcuno nega psicoticamente che l’oggetto caro sia stato perduto e che sia irrecuperabile.

– Qualcuno è arrabbiato e si vendica anche di chi non c’entra niente

– La contrattazione è  un primo tentativo di elaborazione, che però spesso si limita a superficiali razionalizzazioni

– La depressione porta a quella fase di dolore inevitabile e fisiologica che se troppo intensa può essere intollerabile e portare al suicidio o la depressione più nera

Clair Obscure rappresenta il dramma della perdita, di un soggetto potentissimo che ha subito una tragedia violentissima, che però non ha intrapreso un’elaborazione sana del lutto, è particolarmente incistato nella fase della rabbia più violenta, non concepisce il patteggiamento, punta a una falsa accettazione attraverso la negazione più psicotica di ciò che è stato irrecuperabilmente perso, fa trasparire la sua infinita, lacerante e inaccettabile disperazione.

Possiamo limitarci a leggere quest’avventura di elaborazione del trauma a livello individuale, ma possiamo fare anche qualcosa di più.

Possiamo leggere questo lutto come un trauma non individuale, bensì collettivo. E le collettività possono raggiungere livelli ambientali, ma anche limitatamente nazionali.

Possiamo proporre il livello più modesto di trauma nazionale.

Claire Obscur è una rappresentazione distopica della Francia, più appropriatamente di quella della Belle Epoque, fondamentalmente quell’epoca dove, come in molte altre culture, una nazione ha raggiunto il livello massimo della sua espansione economica, scientifica, artistica e politica. Ogni paese ha la sua epoca feticcio, il suo canto del cigno, dove sono evidenti il massimo delle sue potenzialità come il massimo delle sue contraddizioni. La distopia si concentra su questa parte – per  l’appunto – più oscura. La Francia di questi tempi è fondamentalmente funestata dalla nostalgia di quell’epoca – belle epoque per l’appunto – in cui sentiva un orgoglio per cui essere veramente orgogliosi. Qualcosa che non c’è più. Come in tutte le violente, psicotiche e patetiche nostalgie nazionaliste che vediamo in tutti i paesi! Ai francesi manca la Belle Epoque, come ai videogiocatori seri di tutto il Mondo manca un prodotto che ha iniziato da tempo un inevitabile decadimento come la francese Ubisoft, in maniera simile a un grande malato terminale che sta morendo lentamente.

Claire Obscur è questo. Qualcosa di violento, nostalgico, drammatico. Che ho evitato, visto ho l’alibi del poco tempo a disposizione. Ma oltre che violento e quasi sgradevole come un calcio in bocca, quest’opera lascia anche un sorriso, magari agrodolce. E magari qualche spunto di ottimismo per un futuro che di questi tempi risulta sfocato….