Nel film “Il nemico alle porte” 2 cecchini sono schierati l’uno contro l’altro per vedere chi è il migliore. Il protagonista e i suoi compagni sono sorpresi nel vedere che l’avversario, un maggiore della vecchia aristocrazia prussiana, non cambiava mai la propria postazione di tiro. Loro erano abituati a cambiare postazione in continuazione, in mezzo a un combattimento sembra folle rimanere sempre nello stesso posto e questo suo comportamento risultava a loro spiazzante e inconcepibile. Due tattiche agli antipodi. Il mode in psicologia è uno stato emotivo e comportamentale, un filtro con cui quale leggere il mondo e le relative strategie per gestirlo. Idealmente dovremmo avere dei mode funzionali per ogni situazione, cambiandoli al momento congruo. A volte questo matching non riesce: a volte li cambiamo quando dovremmo conservare quello che avevamo prima, a volte siamo bloccati, a volte ne abbiamo solo uno. I problemi del mondo sono tanti, le strategie per risolverli – giuste o sbagliata anche ed è difficile dire se in alcuni casi rischia più chi cambia il proprio mode in continuazione o di chi si arrocca solo su di uno. Del resto, se ricordiamo Confucio, sono stupidi quelli che cambiano idea troppo spesso o che non la cambiano mai, quindi prudenzialmente (se ammettiamo che potremmo ogni tanto sbagliare anche noi!) conviene una via di mezzo fra i due estremi.
Mode fissi e mutevoli
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