Ambivalenza e male minore

L’ambivalenza è un fattore fisiologico nella natura umana. Ci capita di considerare in maniera diversa lo stesso elemento, lo facciamo con la famiglia, col lavoro, gli hobby, le credenze politiche. Quelli impropriamente definiti schizofrenici a livello colloquiale perché dotati di personalità multiple non hanno niente di strano, tutti abbiamo diverse modalità con cui ci poniamo col mondo e gli altri significativi, solo che in genere ne siamo grossomodo consapevoli e non agiamo queste diverse modalità col mondo. Chi vede qualunque cosa, o almeno i temi importanti della vita in un’un’unica maniera, ha in genere un mondo interno scarso, chi ha cultura, interessi e conoscenza in genere ha più idee e contraddizioni, ma almeno non dovrebbe agirle inconsapevolmente se si è genuinamente dedicato a conoscere e stesso o magari ha qualcuno che lo raddrizza a dovere. Esistono ovviamente dei temi che possiamo definire granitici e immutabili, dipendono dalla persona e dal valore incontestabilmente soggettivo che dà a ciò che la circonda. Possiamo odiare e disprezzare alcune idee politiche e religiose, possiamo bocciare al 100% alcune persone, a volte perché abbiamo tentato in tutti i modi di trovare qualcosa di decente nella loro esistenza senza trovarlo, a volte perché francamente non abbiamo voglia e tempo da perdere per trovare un qualcosa di positivo che possa renderci indulgenti con la loro dannosa e inutile esistenza. Chiaramente non possiamo neanche pretendere che ciò che abbiamo scelto di stare vicini a noi sia perfetto, le persone a noi care dobbiamo fare uno sforzo per tenercele vicine, anche se a volte sono drammaticamente insopportabili. Stesso discorso vale per molte idee politiche, personaggi famosi e opere d’arte. Chi non è idiota o psicotico e decide di continuare a combattere in un mondo a volte insopportabile, decide di impegnarsi per cercare di renderlo più vivibile, ignorando quando possibile chi starebbe  meglio su un meteorite in un’altra Galassia.